LUGLIO 1995
COSA SI DIRÀ DI QUESTO PROGETTO?
Sfogliando la ricerca storica dei Sigg. Bertin e Pasquetto sulla gallina di razza Polverara (ne è stata fatta una citazione nel Bollettino n° 1) ho registrato le ripetute iniziative sostenute da persone diverse (amministratori comunali, allevatori, ...) e in momenti successivi, a partire dal 1913, il cui obiettivo era il reperimento di capi di Polverara o la ricostituzione della razza stessa.
Mi ha colpito il fatto che tutti gli sforzi, sia di ispirazione istituzionale (amministrazione locale del Comune di Polverara) che tecnica (allevatori come il Cav. Di Velo di Vicenza e i Sigg. Fortuni e Salmaso di Mira -VE-), pur raggiungendo dei risultati di tutto rilievo, non abbiano trovato continuità e si siano conclusi con la dispersione di energie e degli stessi risultati.
Ciò che più mi rammarica è la dispersione del patrimonio genetico, pazientemente ricostituito dai Sigg. Fortuni e Salmaso, tale da riproporre i caratteri della Polverara già allora introvabile nelle campagne, era il 1931.
A riflettere sul tempo trascorso tra le citate iniziative e questo nostro "Progetto di conservazione delle razze locali" mi sono accorto che è passato un secolo. Un tempo in cui i patrimoni genetici sono andati nuovamente dispersi, non però la memoria delle nostre razze grazie al perpetuarsi del ricordo e della passione per esse.
La varietà delle persone, presenti domenica 28 maggio, diverse per attività e formazione professionale e per estrazione sociale, può essere interpretata come una conferma di quella memoria e come la riapertura di un nuovo capitolo "avicolo".
Ma non solo questo.
Il Sig. Rossetto, invitato dal Prof. Fracanzani - entrambi dal ricco bagaglio in merito -, ha certamente colpito l'interesse di molti presenti esibendo alcuni soggetti di razza Polverara e di Tacchini dei Colli Euganei dal piumaggio azzurro, dimostrando quindi che ci sono ancora concreti margini per la ricostituzione di queste razze e ceppi.
Personalmente ho avuto percezione di un diffuso entusiasmo tra i presenti e, con un prudente occhio al passato, mi auguro che i Sigg. Bertin e Pasquetto possano aggiungere alla loro ricerca storica un' appendice che racconti di un' iniziativa dai risultati più fortunati e duraturi, non solo per la razza Polverara ma anche per le altre (Padovana, Boffa), per l'Oca veneta e per il Tacchino dei Colli Euganei.
Gabriele Baldan
P.S. Liberamente tratto da un bollettino del Duca degli Abruzzi:
http://www.ducabruzzi.it/ammoniaca/osei/files/b2.htm
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